Porno perbene: scegli .xxx

“Atteso da tanto tempo, e’ finalmente iniziato il conto alla rovescia per l’assegnazione delle estensioni .xxx ai siti web dal contenuto pornografico”.

Così rischia di passare la notizia dei nuovi nomi a dominio .xxx per siti porno, forse disponibili dopo la fine dell’anno. Il registro sarebbe tenuto dalla sorcietà ICM, che pensa di tenere intorno ai 60 dollari il costo annuo per domain. Un affarone anche per le società che emettono carte di credito, che da anni sono aggrappate ai soldi del porno tra le proteste dei capitalisti piu’ moraleggianti.

Il dominio .xxx sarebbe una specie di patente di buona condotta per identificare siti che non rubano e non vendono bambini, facili comunque da filtrare fuori dal web. Non è studiato come sistema obbligatorio, sarebbe comunque impossibile, ma l’approccio è un pò sospetto: tutti cattivi tranne chi paga e supera un esame di cui nessuno sa niente.

Secondo ICM il 10% del traffico e il 25% del surfing sul web riguarda contenuti per adulti. Un bel giro d’affari, specialmente perchè chi è già nel business sarà costretto a comprare i nuovi nomi per non farseli squattare. Stranamente nessuno degli articoli che ho letto, da BBC a Washington Post, Cnet, red Herring e Computerworld, nemmeno uno ha pensato di chiedere il parere di qualche imprenditore del porno. O imprenditrice, come Jenna Jameson.