Su ZMag ho letto un articolo interessante sull’industria del porno nel mondo, o meglio l’industria americana che si sposta nel mondo. Il termine che descrive il fenomeno è outsourcing, si usa nel software per indicare il movimento del lavoro dove costa meno. La destinazione in questo caso è la stessa, l’India.
Sembra che da un mese sia scoppiata ancora una crisi nella Porn Valley, dove tre attori son risultati positivi ai test. Molte case hanno fermato le produzioni per due mesi, in attesa di chiarimenti. Alla fine di Aprile risultavano in quarantena piu’ di 50 attori.
Da una anno nella San Fernando Valley è obbligatorio girare con il preservativo, ma le vendite si dimezzano. Solo due delle duecento case sono “condom only”. Anche per questo molte delle produzioni sono realizzate oggi in Brasile, dove i prezzi sono bassi e le regole poco rigide. Il primo caso d’infezione per un attore americano in Brasile risale anche quello alla primavera. L’articolo è pieno di citazioni e numeri, è scritto da un docente universitario e la parte sull’India in effetti non è centrale.
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