La Cina si apre ai sex toys

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Ringraziamo la crisi se oggi il sesso e le sue numerosi versioni non sono più un tabu. Da alcuni giorni nelle città cinesi è possibile per i cittadini curiosi (e vogliosi) acquistare giocattoli erotici. La Cina è, da anni, uno dei controsensi commerciali e morali del nostro Pianeta: tra i maggiori esportatori di sex toys, e anche tra i maggiori censori sul loro utilizzo. Ma a causa della crisi economica, le vendite all’estero sono crollate. Di conseguenza il governo cinese, per salvare un’industria che dà lavoro a migliaia di persone, ha deciso di consentire la commercializzazione anche sull’enorme mercato interno.

Era ora. Sweet Secrets, uno dei principali produttori di giocattoli erotici, fatturava solo un anno fa circa 1 milione di dollari l’anno, mentre oggi i guadagni sono calati di un terzo, e così Chen, responsabile del gruppo in Cina, si è messo a ripensare le strategie di vendita, con l’assenso delle istituzioni. Nonostante questo passo in vanati, però, il sesso rimane un tema sensibile in Cina. In maggio l’apertura di un parco a tema sessuale ha sollevato molto clamore tra i funzionari di partito.

Tanto clamore ha ottenuto il suo: il parco è stato definitivamente chiuso perchè definito “volgare, folle e fuorviante”. Adesso sequestrare migliaia di sex toys sarà un po’ più difficile.

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