Eccolo, arrivato e compiuto. E’ il Torture Garden londinese, di stanza a Roma l’1 giugno. Week end di fuoco, e un particolare omaggio e inchino alle performance di Lucifire, sexy star a tinte bdsm che si è esibita con il suo compagno di scena e di vita.
Lucifire è un’artista da circo, e predilige le ambientazioni sulfuree dell’allucinazione da tendone. La sua compagnia, ribattezzata Fire Tusk Pain Proof Circus, è una fiera appartenente al circuito dei sideshows (spettacoli da baraccone) più brutali, e la sua performance si traduce in tutta una sequela di efferatezze, estremismi scenici, provocazioni oscene, sensualità esibita e anzi ostentata. Il corpo è un tavolo da lavoro per ganci, lame e spilloni, i costumi un’accozzaglia di liquidi organici , le atmosfere sono più che ambigue. E però, ancora una volta, nulla è tolto all’intrattenimento, al sorriso infantile del circo. A condire il tutto ci pensa un’abbondante vena di humor nero, accompagnata da robuste dosi di erotismo “soft”.
Lucifire d’altronde è stata tra le attrazioni di Lost Vagueness, tendone da circo che sta tra il retrò, il bizarre, e il feticistico: il burlesque nasce come spettacolo popolare nella Londra vittoriana di fine ‘800, ed è una sorta di circo in piccolo giusto a un passo dal vaudeville. I costumi sono discinti, i trucchi provocanti, e lo stile è tra il gothic e il fetish. Lost Vagueness gioca la carta del vizio, del sordido, dell’equivoco: il tendone ospita al tempo stesso casino, tavoli da gioco, striptease, concerti, e ovviamente esibizioni al trapezio, spettacoli di giocoleria, fachirismi e via di questo passo.